Fumata bianca nei giorni scorsi per la prima tornata della Brexit, ovverosia per il divorzio tra il Regno Unito e l’Ue. Trattasi di una buona notizia per le Borse europee che al riguardo avevano mostrato nelle passate sessioni dei segnali di nervosismo legati al rischio che sui negoziati si arrivasse ad una fase di stallo. Cresce di conseguenza l’ottimismo sui mercati azionari del Vecchio Continente anche per il 2018 e per chi, nel decidere se entrare o meno sul mercato, sta magari simulando in questo momento l’operatività in azioni su Borsa Virtuale 24 .
Brexit, dopo la prima tornata arriva la fase più difficile
La fase decisiva per la Brexit viene ora, ma intanto per i cittadini europei che risiedono in Gran Bretagna l’accordo con l’Ue c’è ed è quello per cui, fino al mese di marzo del 2019, chi arriva dal Vecchio Continente nel Regno Unito avrà la possibilità di acquisire lo status di residente permanente. E per i cittadini britannici che risiedono nell’Ue a valere, allo stesso modo, sarà la condizione di reciprocità nell’ambito di un’intesa che prevede che un gran bel pezzo di Gran Bretagna resterà comunque nell’Ue.
Rispetto alla cosiddetta ‘hard Brexit’, infatti, l’uscita del Regno Unito dal mercato unico europeo sarà molto soft specie dopo che, dai risultati delle ultime elezioni britanniche, Theresa May ha ottenuto con il Partito conservatore la vittoria ma a fronte di un calo dei consensi. Sulla carta mancano solo dieci mesi prima di chiudere i negoziati per la Brexit, e per lasciare poi spazio alle rispettive ratifiche parlamentari, ma è lecito attendersi che queste tempistiche non saranno rispettate.
Mercati azionari verso il 2018, le previsioni e le attese
Archiviata per il momento la questione relativa alla prima fase dei negoziati sulla Brexit, nelle prossime settimane gli operatori sui mercati azionari europei concentreranno l’attenzione sui dati macro nell’Ue a partire dal PIL e passando per l’inflazione ed il mercato del lavoro. Inoltre, l’attenzione sarà riposta pure su eventuali novità e decisioni da parte della Bce sui tassi di interesse e sul quantitative easing, così come si guarderà agli Stati Uniti con particolare riferimento non solo all’andamento di Wall Street, ma anche alle attese legate all’approvazione definitiva della riforma fiscale che prevede, a favore dei cittadini e delle imprese americane, un corposo taglio delle tasse. D’altronde la riforma fiscale è stata fortemente voluta dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump in linea con le promesse che erano state fatte durante la campagna elettorale.
Intanto nei giorni scorsi, sulle possibili decisioni della Banca centrale europea, si è espresso Yves Mersch che è un componente del Comitato esecutivo della Bce. Ebbene, secondo il banchiere centrale, considerando il miglioramento del mercato del lavoro, e la ripresa della crescita economica nell’Ue, la Bce dovrebbe iniziare a pianificare il QExit, ovverosia l’uscita dal piano di quantitative easing. Con un’uscita dagli stimoli monetari graduale e programmata, infatti, secondo Yves Mersch si ridurrebbero i rischi e si eviterebbe di spaventare i mercati nel caso in cui, invece, il QE venisse interrotto bruscamente.